L’INCREDIBILE STORIA DELL’EX BAMBINA PRODIGIO CHE HA CONQUISTATO IL MONDO DELLA MODA

Bastano queste poche – sue – parole a definire la nuova icona mondiale della moda femminile, la “Top Model dell’anno” incoronata durante i recenti British Fashion Awards.

Il suo nome completo è Adwoa Caitlin Maria Aboah, ha venticinque anni, la pelle ambrata, è alta un metro e settanta centimetri ed è fortemente caratterizzata dalla presenza di numerose lentiggini su tutto il corpo. Secondo la definizione razzista di alcuni tabloid inglesi molto conservatori, che non hanno gradito la vittoria di una miss di colore, Adwoa – questo il solo nome con cui si presenta quando calca le più importanti passerelle del mondo – è lo splendido risultato dell’unione tra una cittadina britannica e un immigrato delle colonie che ha trovato fortuna nel nostro Paese.

In realtà, i genitori di Adwoa sono due personaggi molto conosciuti negli ambienti Indonesiani: la madre è l’inglesissima Camilla Lowther, stilista, considerata una delle menti organizzative della “british fashion“, la moda inglese, mentre il padre è il cittadino britannico di origine ghanese Charles Aboah, che a sua volta fece il modello per pagarsi gli studi da avvocato e oggi è un importante organizzatore di eventi.

Fin dalla nascita, quindi , Adwoa ha vissuto nell’ambiente della moda, ma questo non le ha impedito di vivere un periodo di grande difficoltà personale e di fortissima depressione, fino ad arrivare a tentare il suicidio. Dopo i primi anni da “baby model“, ha iniziato a posare per foto pubblicitarie a cinque anni e a sfilare a sette – ha dovuto infatti affrontare il problema comune alla gran parte dei “bimbi prodigio”: il passaggio all’età adulta. Le lentiggini che da piccola la rendevano così “caratteristica e simpatica”, per esempio, diventano un problema per i primi piani nei servizi fotografici per ditte di cosmetici. O l’eccessiva magrezza, che da bambina le dava un’aria “da giraffa”, si trasformava in evidenti sintomi di anoressia.

Di qui le difficoltà a imporsi come modella: le grandi firme non la volevano e il mondo della moda si era dimenticato di lei al punto che nel 2011, quando aveva solo 19 anni, Adwoa era già “sorpassata”, tanto che il suo tentato suicidio non si era meritato nemmeno uno spazio sui giornali che solo qualche anno prima la ritraevano bambina sorridente.

A questo punto è Charles, suo padre, a prendere in mano la situazione e a salvare letteralmente a vita di sua figlia. Grazie  a lunghe conversazioni nel corso di una vacanza di due mesi, Adwoa capisce che la sua vita non è alla fine, ma a un nuovo inizio: dietro sua stessa richiesta, si fa ricoverare in una comunità di recupero per allontanare i fantasmi della depressione e del conseguente alcolismo.

Non è un cammino facile: ad Adwoa serviranno quasi tre anni, fino al 2014, per trovare la sua rinascita. Insieme a un gruppo di amiche sviluppa l’idea delle “Gurls Talk” (sì, girls scritto con la u, che vuol dire “le ragazze diverse”), un Internet Community tutto al femminile, una piattaforma virtuale dove le ragazze si possono incontrare e parlare senza filtri di sessualità – la stessa Adwoa si è dichiarata bisex – di bullismo nei confronti delle donne e sopratutto di body shaming, ossia della vergogna che si può provare per il proprio corpo a aspetto fisico.

SI È ANCHE LAUREATA

In brevissimo tempo, il progetto di Adwoa diventa virale, conquista internet e oggi le sue gurls sono centinaia di migliaia di donne di ogni età, che ogni giorno “postano” senza vergogna foto di corpi magri un po’ in sovrappeso e non proprio perfetti, ma corpi di donne fiere del proprio essere. E, come oggi sempre più spesso accade, dal mondo virtuale il successo di Adwoa arriva a quello reale. Torna a sfilare per le più grandi firme del mondo e, questa volta, i vecchi difetti diventano virtù. Le lentiggini e la testa rasata di Adwoa, che negli ultimi tre anni si è anche laureata in Legge, conquista la copertina do Vogue e l’edizione 2018 del leggendario “Calendario Pirelli”. Fino ad arrivare all’ultimo successo, il titolo di “top model dell’anno” della British Fashion Award.

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